28 settembre 2022 – di Gabriele Pinosa
Il 16 settembre 1992 la sterlina inglese (e la lira italiana!) fu costretta ad uscire dallo SME What Was Black Wednesday? (investopedia.com) a seguito dell’attacco speculativo orchestrato dal Quantum fund di Geroge Soros Black Wednesday: George Soros’s Bet Against Britain (thebalancemoney.com). Il finanziere ungherese approfittò della riluttanza della Bank of England ad aumentare i tassi di interesse ai livelli degli altri Paesi aderenti allo SME (Sistema Monetario Europeo) in “Dizionario di Economia e Finanza” (treccani.it), meccanismo che di fatto impediva la libera fluttuazione del cambio della moneta britannica. Soros puntò l’equivalente di circa 10 miliardi dollari sulla svalutazione della sterlina. L’istituto monetario londinese, dopo aver tentato in un primo tempo la difesa del cambio, fu costretto a svalutare: ciò comportò l’uscita della moneta della Regina dallo SME. Cinque anni più tardi, nel 1997, il Ministero del Tesoro britannico stimò il costo del Black Wednesday in 3.14 miliardi sterline, cifra che fu corretta a rialzo (3.3 miliardi) nel 2005 a seguito dell’analisi dei documenti rilasciati ai sensi del Freedom of Information Act. I documenti indicarono che se il Tesoro avesse mantenuto riserve in valuta estera per 24 miliardi dollari, il Regno Unito avrebbe potuto realizzare un profitto di 2.4 miliardi pounds sulla svalutazione della propria divisa (!)
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