9 agosto – di Martina Besana
Il 26 luglio scorso in Niger un’influente unità d’élite dell’esercito, la Guardia presidenziale ha arrestato il Presidente democraticamente eletto chiudendo parzialmente i confini di terra e aria e autoproclamando il proprio leader come nuovo leader del Paese. I militari hanno motivato il golpe con la necessità di porre rimedio a una serie di problemi economici, di sicurezza e di corruzione nel Paese Attorno al colpo di stato in Niger – Il Post. Con le instabilità in Niger, a cui si possono aggiungere quelle del Sudan delle settimane scorse, l’ultima speranza della possibile stabilizzazione democratica dell’area del Sahel e ultimo baluardo per la cooperazione europea, l’intera fascia tristemente nota come “cintura dei golpe” (vedi immagine seguente), è ufficialmente entrata in crisi.
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2 Commenti
In Burkina Faso, durante il periodo della carestia, diversi anni fa, abbiamo insegnato a persone di 28 villaggi, a coltivarsi gli orti, con piante e verdure locali.
Sono nati i mercati locali e la produzione di attrezzi per lavorare la terra. Da un pasto al giorno la popolazione ha avuto tre pasti regolari.
In Togo abbiamo avviato un progetto col Governo locale di autosufficienza economica. I fosfati x i concimi venivano sfruttati dalla Francia che aveva impedito di realizzare aziende locali di trasformazione. Sono state avviate fabbriche di concimi locali e i prodotti venivano esportati.
Abbiamo incentivato gli allevamenti per consumo locale e per l’esportazione.
Ciò che di vuol dire: è necessario rendere questi paesi autonomi con progetti locali, iniziando dalle loro stesse capacità.
Hanko immense riserve naturali, ma sono poveri.
Non so se ci la caveremo dall’influenza dell’ big countries, ma ci si deve provare.
Grazie mille per la tua testimonianza Tarcisio, molto utile e interessante 🙂 Condivido assolutamente la necessità di un approccio bottom-up anzichè il contrario!