9 febbraio 2022 – di Gabriele Pinosa
“La strada a Leningrado, cinquant’anni fa mi ha insegnato una cosa: se la rissa è inevitabile, colpisci per primo” queste le parole pronunciate nel 2015 del Presidente russo Vladimir Putin. La Storia europea degli ultimi venticinque anni è strettamente legata a quest’uomo, nato nel 1952 a Leningrado da padre sommergibilista e madre operaia. Dopo la laurea in diritto internazionale conseguita alla facoltà di legge di Leningrado, entrò a far parte dei servizi segreti russi (KGB), come inviato a Dresda (Germania Est) dal 1985 al 1990, operando presso la Stasi (servizi segreti della Germania Orientale). Nel maggio del 1990, con il ritorno in patria, inizia la sua carriera politica a san Pietroburgo, che lo porta all’ONU come responsabile della Federazione Russa (1998-99) per poi essere eletto deputato ed indicato dal Presidente Boris Eltsin come suo successore. Nominato Primo Ministro nel 1999, da quel momento non ha mai abbandonato il potere, passando da Presidente a Primo Ministro, aggirando la Costituzione Russa, che vieta un terzo mandato consecutivo presidenziale. Putin non ha mai nascosto di considerare la disgregazione dell’ex URSS una dei maggiori disastri del secolo scorso. La sua visione è perciò strettamente legata all’idea di ricostruire – per quanto possibile – l’imperialismo russo, evitando che il ruolo globale di Mosca venga marginalizzato dall’espansionismo americano.
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